Progettazione giardini a Roma: le novità del 2025 con Italservizi
Il 2025 si preannuncia come un anno di grandi innovazioni e tendenze nel mondo del giardinaggio e del garden design. A...
Leggi tuttoNon è così improbabile che la nostra casa sia presa di mira dalle tarme. Due sono le famiglie di appartenenza di questi lepidotteri:
– Piralidea, la cui specie più diffusa è la Plodia interpunctella o tignola fasciata, che infesta le nostre scorte alimentari;
– Tineidae, con le sue tre specie, che invadono i nostri armadi alla ricerca di tessuti da mangiare.
Le tarme del cibo possono essere trovate nella farina, nella pasta e ovunque ci siano amidi e graminacee. Anche se vengono addirittura allevate per essere usate come esche per la pesca o come cibo per rettili, pesci e uccelli, e anche se non sono assolutamente pericolose per l’uomo, di certo non è piacevole trovarle nelle credenze dove riponiamo il nostro cibo.
Sarà dunque di fondamentale importanza, per prevenire questa condizione, areare e sanificare periodicamente i nostri mobili e mantenere gli alimenti in appositi contenitori chiusi ermeticamente. Se il danno invece è ormai stato fatto, dovremo buttare via tutto il cibo che pensiamo sia contaminato e pulire il mobile con una soluzione di acqua tiepida e aceto, dopo aver passato l’aspirapolvere in ogni angolo per eliminare sia le tarme che le uova. Sarà poi utile mettere qualche foglia di alloro o qualche batuffolo di cotone imbevuto di olio essenziale di eucalipto o lavanda all’interno del mobile per provare ad eliminare in modo naturale l’insetto adulto.
Diverso invece è il discorso se parliamo di tarme dei vestiti che, come dicevamo, si dividono
in tre specie:
– Tinea pellionella o tignola delle pellicce, la più piccola delle tre, le cui larve si nutrono prevalentemente di lana, seta, pelli, piume;
– Trichophaga tapetzella o tignola dei tappeti, è invece la più grande fra le tre, con una apertura alare che può arrivare fino a 18 mm. Le larve si nutrono di tessuti pesanti, come appunto i tappeti;
– Tineola bisselliella o tignola dei crini, la varietà più comune, di dimensioni medie e con una apertura alare che arriva ai 10 mm, si nutre anch’essa di indumenti realizzati con lana, piume e pelli.
In genere ci accorgiamo della loro presenza specialmente nel “cambio di stagione”, cioè quando prepariamo il nostro armadio per l’inverno e, tirando fuori maglie e maglioni, notiamo tanti piccoli buchini. Ecco, quegli abiti irrimediabilmente rovinati, sono il segnale di un’infestazione ormai avanzata.
Le responsabili di questi danni sono esclusivamente le larve, le quali passano il loro ciclo vitale alla ricerca di cibo per diventare un insetto adulto che morirà dopo la riproduzione e la deposizione delle uova. Gli indumenti di lana sono i preferiti, ma non disdegnano cotone, seta e altri tessuti. Sono capaci di trasformare in cibo anche la cheratina presente nei capelli e nei peli, e sono altresì attratte da vestiti umidi di sudore umano o residui di altri liquidi.
Per liberarci di questi insetti possiamo provare qualche rimedio naturale, come ad esempio foglie di alloro, chiodi di garofano, lavanda, legno di cedro, patchouli, rosmarino e timo. Ovviamente è necessario passare l’aspirapolvere su tappeti e battiscopa. Altro accorgimento è quello di lavare i capi infestati con acqua calda, anche oltre i 50° (basta che non siano di lana, così da evitare l’infeltrimento).
Ma se tutto ciò non dovesse bastare, dobbiamo rivolgerci immediatamente a una seria Ditta di disinfestazione, come la Italservizi che, grazie al suo team di esperti, provvederà ad eliminare il problema con il sistema di fumigazione, cioè tramite la diffusione di fumi tossici ad azione adulticida e larvicida, oppure con l’uso di lampade UV per rimuovere la gran parte degli insetti adulti.