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In che cosa consiste la cura delle palme dal punteruolo rosso?

La nostra bella palma in giardino sta prendendo una forma insolita? Il suo colore non è più lo stesso? La sua chioma non è più perfettamente verticale?
Bisogna immediatamente correre ai ripari perché sicuramente è stata attaccata dal Punteruolo Rosso (nome scientifico Rhynchophorus Ferrugineus).

Questo coleottero è originario dell’Asia Meridionale ed è arrivato in Italia in seguito all’importazione di piante di cocco. Nel nostro paese non ha predatori naturali e dunque, se non immediatamente scoperto, può agire indisturbato fino ad arrivare alla completa distruzione della palma.

In ogni caso, non è per niente facile capire se questa ne sia stata infettata, a meno di non voler passare tutto il giorno vicino alla palma per cercare di sentire il punteruolo rosso in azione, e più precisamente il rumore delle sue mandibole intente a rosicchiare il legno!

Le femmine, infatti, depongono le uova (anche cento alla volta) nelle parti più giovani del fusto e, una volta poi che queste si saranno schiuse, le larve inizieranno il loro cammino verso l’interno, distruggendo, mangiando e succhiando la linfa vitale fino al completo decadimento della pianta. A quel punto, dunque, più nulla si potrà fare.

Proprio per questa sua azione altamente infestante e devastante, il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha reso obbligatoria la lotta contro questo parassita con il Decreto Ministeriale del 9/11/2007.

Vediamo allora insieme come riuscire a salvare le nostre piante, anche e soprattutto avvalendoci della professionalità e della competenza del team di esperti della Italservizi.

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Partiamo dall’ipotesi peggiore, e cioè che non ci siamo accorti della presenza di questo parassita e la nostra palma è ormai definitivamente compromessa: in questo caso non abbiamo purtroppo un’altra alternativa valida se non quella di abbatterla e bruciarla, così da evitare ulteriori contaminazioni.

Se invece, fortunatamente, siamo ancora in tempo a combattere il punteruolo rosso, possiamo servirci fondamentalmente di due metodi: quello chimico e quello biologico.

L’attacco chimico prevede l’utilizzo di prodotti fitosanitari specifici, studiati e preparati appositamente per il controllo del punteruolo rosso, somministrati sia sulla chioma che direttamente nel sistema vascolare delle piante, praticando cioè una iniezione controllata sul tronco (endoterapia). Si inizierà tra febbraio e marzo e si ripeterà poi il trattamento mensilmente, fino a novembre, così da colpire l’intero ciclo vitale: dalla deposizione delle uova del coleottero adulto fino alla nascita delle larve.

Biologicamente, oltre alla dendrochirurgia (ovvero l’eliminazione di tutte le zone danneggiate o infette, a patto però che la gemma apicale sia ancora in buone condizioni), possiamo ricorrere ad un antagonista naturale del punteruolo rosso, lo Steinernema Carpocapsae, parassita anch’esso, che aggredisce la larva distruggendola e arrestandone così la crescita e lo sviluppo.

Un ulteriore rimedio biologico, da attuare nei casi più estremi, è l’utilizzo di un sofisticato e potente macchinario che, avvolgendo la pianta con delle microonde, riesce a distruggere uova, larve e punteruolo adulto.